Cibo & Tradizioni

Qui trovi i piatti tipici della tradizione sammaritana e dove degustarli

La cucina tradizionale di Santa Maria Capua Vetere

Tarallo dell’Assunta

Sono i taralli di ferragosto, una tradizionale specialità dolciaria che, da sempre, viene approntata in occasione delle celebrazioni della Madonna dell’Assunta. Sono realizzati con farina, uova e liquore d’anice. Le loro origini sono povere, per quanto la consuetudine di confezionarli è antichissima.

Mozzarella Casertana

La mozzarella di bufala Schiavone di Latte di Bufala Campana è un formaggio fresco a pasta filata ottenuto dalla caseificazione del latte di bufala, originario della zona che i romani chiamavano Campania Felix e più precisamente Terra dei Mazzoni.

Sospiro d’Angelo

Il Sospiro D’Angelo è un dolce semifreddo, simile allo zuccotto di origini toscane, dalla forma a cupola. È il frutto dell’unione del pan di spagna con due diversi tipi di creme. Creato nel 1983 da Don Peppino Sparono su richiesta di Emilio Buccafusca uno degli ultimi artisti futuristi napoletani, che chiese di confezionare un dolce nuovo a cui lui potesse dare un nome di ispirazione futurista. E’ possibile provarlo nella nota pasticceria “Cappiello”

Minestra Maritata

E’ uno dei piatti simbolo della tradizione gastronomica contadina, che si tramanda da secoli in quasi tutti i Paesi del Mediterraneo. Nel tempo certamente sono state adottate molte variazioni, in base ai gusti e alle disponibilità degli ingredienti. Le origini sono poco chiare, ma si pensa che sia un piatto risalente all’Antica Roma, precisamente datato nel I sec. a.C.

Semifreddo Spartacus

Una delle pasticcerie artigianali più importanti della provincia di Caserta, ha creato questo dolce, di cui la ricetta resta segreta, per omaggiare la città di Santa Maria Capua Vetere, la sua grande storia e uno dei suoi protagonisti: Spartacus. E’ possibile assaggiare la creazione da “Paletta d’Oro, sito a via Consiglio d’Europa.

Libum

Il Libum era un tipo di pane, meglio ancora una focaccia, a base di formaggio, che veniva preparato ai tempi degli antichi Romani, la cui preparazione ci viene descritta da Catone nel De Agricoltura. Veniva solitamente dedicato a Giove dagli sposi durante la celebrazione del matrimonio oppure più spesso offerto agli dei come libagione in occasione di sacrifici

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